Festival 6G/2018. Venerdì 29 giugno 2018 alle ore 18.45, presso l'Arena Mazzini di Avezzano, interverrà SERGIO BRIO.
Nasce a Lecce nel 1956. Stopper, ex allenatore, oggi opinionista. Ha mosso i suoi primi
passi nel Lecce e si è “fatto le ossa” nella Pistoiese. Ha legato il suo nome principalmente alla Juventus,
squadra a cui è stato legato per 16 anni, 13 come giocatore e 3 come assistente di Giovanni Trapattoni.
È stato uno dei protagonisti di quello che viene considerato il blocco difensivo migliore
della storia del calcio.
Con la Juventus ha disputato 379 partite realizzando 24 gol. Con i bianconeri, di cui fu
anche capitano, vinse 4 scudetti.
Sergio Brio, Gaetano Scirea, Antonio Cabrini, Stefano Tacconi, Marco Tardelli, Gianluca Vialli,
Danny Blind, Vítor Baía e Arnold Mühren sono gli unici nove calciatori nella storia delle competizioni
europee vincitori di Coppa dei Campioni/Champions League, Coppa delle Coppe e Coppa
UEFA.
Sergio Brio, insieme agli italiani Gaetano Scirea, Antonio Cabrini, Stefano Tacconi, e agli olandesi
Danny Blind e Arnold Mühren è anche vincitore di tutte le competizioni calcistiche, riconosciute
dalla UEFA e dalla FIFA, a livello internazionale.
Nel 2011 è stato omaggiato dalla Juventus di una stella celebrativa nella Walk of Fame bianconera
allo Stadium di Torino.
Al 6G Sergio Brio presenterà "SERGIO BRIO L'ULTIMO STOPPER", scritto con Luigia Casertano.
Sergio Brio ha attraversato da protagonista 16 anni di calcio, tutti con la maglia bianconera,
13 da stopper e 3 da assistente di Giovanni Trapattoni.
Uomo vincente, adesso ha deciso di raccontarsi. E lo fa con l’entusiasmo e l’umiltà tipica
del suo carattere.
Il racconto parte da lontano e abbraccia tutta la sua storia calcistica, da quando ha mosso
i primi passi nel Lecce, passando per la Pistoiese per approdare alla Juventus.
E i ricordi si inseguono: la sua famiglia, le lezioni di Attilio Adamo con le dovute riflessioni
sull’attuale crisi del settore giovanile, il Lecce, la gavetta alla Pistoiese e l’arrivo
alla Juventus.
E poi gli infortuni, il periodo dei consensi e quello delle critiche, lo spirito di una squadra,
che ormai è diventata una cantilena, il morso del cane all’Olimpico, la delusione
di Atene, la storica rivalità tra la Juve e la Roma, il pallone arancione della Supercoppa
Europea.
Ricorda anche la tragedia dell’Heysel, ferita ancora aperta, la sua prima espulsione, la
felicità di Tokyo fino alla partita di addio.
Brio si sofferma sugli aneddoti a lui cari relativi agli attaccanti più famosi che ha incontrato.
Interessante anche il racconto della sua avventura di allenatore e l’immancabile omaggio
alla famiglia Agnelli.
Brio, con la mano di Luigia Casertano, ci accompagna nell’avvincente viaggio di una
vita che ha dell’inimmaginabile.
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