Tutta colpa del presidente
Diario – Talos Edizioni
Pagine 129 euro 14,00
Respirare tra le pagine
di Gianni Paris
Prendo in mano Tutta colpa del presidente e dico al mio
alter ego, “Non è possibile, anche qui mi contestano...”. La mia vita
ultimamente è fatta di tante notti/giorno. La crisi del settimo anno da
presidente (di un club calcistico della quarta serie del calcio italiano -
l’Avezzano Calcio, ndr) si fa sentire... Peggiorata in maniera a dir poco
catastrofica. Un Fantozzi dei tempi d’oro (quello delle crociate aziendali, se
lo ricordate), tanto volenteroso quanto sempre fermo con la sua bici nel fare i
rulli. È così. Nonostante mi faccia in quattro per amore di due colori, i tifosi
della mia squadra credono che io sia peggio di Saddam Hussein. La cosa mi manda
in bestia. La ritengo un’ingiustizia divina e terrena. Tuttavia, non riesco a
fare a meno di non lottare per l’amore di una maglia (anche se dentro –
onestamente - qualcosa si è rotto in maniera irrecuperabile). In questa mia
gara di resistenza, ho sempre la bile gonfia. La digestione poi è sempre un
affare tra genziana e Amaro del Capo. Ecco, lo sapevo... Con Tutta colpa del presidente, ero certo
che avrei sconfinato nella mia vita pubblica e privata, senza capire in fondo
perché mai io abbia avuto la fortuna di conoscere Remo Firmani, l’autore di
questo diario, fatto di realismo e di una passione per il calcio. Passione e
fede, che nel suo caso si chiama Pescara: primo club del calcio abruzzese.
Quando sono entrato nella sede del sodalizio biancazzurro (per ragioni imprenditoriali), non mi aspettavo affatto di incontrare un responsabile
marketing, Remo appunto, col vizio della scrittura. Non credevo fosse quasi
possibile trovare un direttore commerciale con la mia stessa voglia (verso le
voci d’inchiostro altrui). In Remo ho trovato un amico più vicino alla
letteratura, che un uomo votato verso slogan pubblicitari e trovate creative
per il bene della società biancazzurra. Poi in questo giovane uomo, ho visto
anche una vita scritta dagli altri (credo si traduca nella parola destino), ma riempita dalla voglia e
dalla determinazione di se stesso. Remo Firmani ha scoperto la passione per le
due ruote nel periodo in cui il pallone non riempiva più la sua rete... Per
quel ciclismo fatto di sudore e fame. Di salite e discese, entrambe difficili e
allo stesso tempo uniche. Le due ruote che hanno permesso a Remo di fare
qualche chilometro insieme al suo presidente, quel Daniele Sebastiani (attualmente
a capo del Pescara) vero parafulmine del calcio abruzzese. Grande uomo e grande
istrione, che nel corso della sua gestione è riuscito a portare il club
adriatico per ben due volte in serie A. Dicevo della parola parafulmine... L’ha
scritta Remo Firmani nel suo diario di tifoso e direttore marketing del club
pescarese. Perché è proprio vero. Un presidente può respingere e assorbire
tutto. Un presidente è da portare in spalla, dopo che ti ha fatto provare di
essere vivo, e da evitare come la peste, soprattutto dopo una sconfitta. Nel
bene e nel male, come un parafulmine.
Remo Firmani |
L’autore di questa storia ha
provato persino a disintossicarsi dal calcio, come accennavo poco fa. Correva
l’anno 2007 quando Firmani diceva: ”Desideravo una sola cosa: dimenticare come
fosse fatto un pallone”. Remo lasciava quel club che poi sarebbe fallito di lì
a poco. In realtà, dentro di lui non c’era altro che il desiderio di vivere la
sua passione con le persone giuste. Quelle che poi ha ritrovato nell’era
Sebastiani (dal 2014). Quando ha avuto l’opportunità di tornare a respirare
l’odore dell’erba bagnata, l’odore degli spogliatoi; arrivare a parlare col
cuore dopo una vittoria e soffrire in silenzio al 91’. Quella sofferenza che
diventa tormento (quando si torna da certe trasferte andate male), in cui si ha
il tempo di ripetersi “Ma chi me lo ha fatto fare”. Il suo libro nelle mie mani,
ahimè, è diventato una sorta di laboratorio pieno di specchi. Grazie a Remo
Firmani mi sono visto dentro e ho capito che la letteratura ti può salvare. Del
resto, la sua storia non è fatta solo di gol e di sensazioni, ma ha un valore
unico che si avvicina all’idea di tornare a respirare la vita. Il suo libro è
ossigeno. Ti permette di gonfiare i polmoni, fermare il tempo psicologico e
dire: “Adesso cominciamo a mettere a posto un po’ di cose”. Ecco, non avrei mai
pensato che un libro sul calcio potesse diventare un’ancora di salvataggio.
Come il mare, Tutta colpa del presidente
può insegnare agli uomini a ripartire, con l’obiettivo di scrollarsi di dosso
le zavorre che ognuno si è costruito consapevolmente o inconsapevolmente nel corso
del tempo. Come sapete, i libri vanno letti e non raccontati. Dunque, buona
lettura, miei avvertiti.